Nella Storia, il grande piano rinascimentale del Monastero aveva trovato attuazione come continuità di antiche configurazioni e schemi funzionali dell'Impianto insediativo medioevale.
La distanza che culturalmente avvertiamo dagli edifici del passato, impegna il Progetto di Architettura ad una complessità interpretativa: le preesistenze sono assunte nella loro dimensione di palinsesto, e l'intervento di Ristrutturazione è concepito come "frammento" della loro Storia, per cui l'introduzione di nuovi elementi costruttivi discreti (solai, scale, impianti) si configura come sovrapposizione leggibile di nuovi segni.
Le nuove strutture sono indipendenti e in legno, evocando antiche tecniche costruttive rinvenute "in situ" con lo scavo archeologico della Sala del Forno.
La sequenza di travature viene concepita come vera e propria matrice figurativa del nuovo spazio che è, assieme, di lavoro e meditazione nell'ambito del Monastero benedettino, ed interpreta una sintesi di spazio sacro e spazio funzionale anche sperimentata da Rudolf Schwarz nella Chiesa di Colonia-Niehl.
Sulla stessa trama spaziale trovano collocazione i pilastri lignei che rendono indipendenti i nuovi impalcati rispetto alle antiche strutture murarie; il loro passo strutturale varia nei diversi ambienti in relazione alla cadenza delle finestre, determinata con criteri autonomi nelle diverse fasi storiche di costruzione.